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Quanto potrai avere di pensione?

L’importo della pensione dipende da tanti elementi: da quando andrai in pensione, da quando hai iniziato a lavorare, dal tuo percorso lavorativo, dall’andamento dell’economia italiana e dall’aumento della speranza di vita nei prossimi anni.

Prima si va in pensione, minori sono i contributi versati e maggiore è l’attesa di vita. Il risultato è che, mediamente, prima si smette di lavorare, minore sarà l’importo dell’assegno pensionistico.

Per chi ha iniziato a lavorare dal 1996 in poi, l’intera pensione sarà calcolata sui contributi versati, mentre per chi ha iniziato a lavorare entro il 1995 sarà calcolata sui contributi versati solo dal 1996. In questo caso, il calcolo ante 1996 è invece di tipo retributivo, basata sulla media delle ultime retribuzioni.
La nostra pensione dipende dal nostro percorso lavorativo passato e futuro: maggiori saranno i redditi, maggiori saranno i contributi versati e maggiori saranno le pensioni. In caso di interruzioni, part-time o lavori stagionali, la pensione sarà ridotta.

La nostra pensione dipende anche dall’andamento dell’economia italiana: i contributi che versiamo vengono infatti ogni anno rivalutati per la crescita media nominale del Prodotto Interno Lordo (PIL) dei cinque anni precedenti. Se l’economia cresce, cresceranno anche le nostre pensioni; se siamo in una fase di crescita economica debole avremo invece delle pensioni più basse.

La pensione dipende infine dall’aumento della speranza di vita: più a lungo vivremo, maggiore sarà il tempo per il quale dovranno essere usati i contributi che abbiamo versato, e quindi l’importo dell’assegno sarà più basso.

Considerando tutti questi elementi, è evidente che l’importo della pensione può essere solo stimato, e non calcolato puntualmente. Maggiore è il tempo che ci manca alla pensione, maggiore sarà la variabilità di tale stima. All’avvicinarsi del traguardo, la variabilità andrà via via riducendosi. Ecco perché è importante monitorare nel tempo la propria posizione pensionistica.


Scopri di più

Se avevi più di 18 anni di contribuzione al 31/12/1995, la maggior parte della pensione è basata sul tuo reddito (metodo retributivo), e solo in piccola parte, a partire dal primo gennaio 2012, sui contributi versati (metodo contributivo).

La parte di pensione retributiva, basata sui redditi si calcola come illustrato nello schema seguente. La pensione è legata agli ultimi redditi e prescinde dai contributi effettivamente versati. Si parte dalla media delle ultime retribuzioni lavorative (da 5 a 15 in base alla categoria professionale), che viene moltiplicata per il 2% (o percentuale inferiore al crescere del reddito) e per il numero di anni lavorati (massimo 40). Da questa formula deriva il famoso 80% percepito da nonni e genitori: era sufficiente lavorare per 40 anni, valorizzati al 2%, e la pensione poteva arrivare fino all’80% degli ultimi redditi.
 

Calcolo Pensione Retributiva

Media ultime retribuzioni x Anni di lavoro x max 2%
= PENSIONE

 
La parte di pensione contributiva invece è basata sui contributi effettivamente versati, proporzionali al proprio reddito, e dipende da vari elementi che possono influenzare anche in maniera rilevante l’importo dell’assegno pensionistico come illustrato nello schema seguente. Per calcolare il valore della pensione si parte dai contributi, che sono legati allo stipendio e al tipo di attività. Ogni anno i contributi accumulati vengono rivalutati in funzione dell’andamento dell’economia italiana e quando si finisce di lavorare, si disporrà di un capitale, detto montante contributivo. Per determinare l’importo della pensione il montante accumulato viene diviso per un numero pari all’attesa di vita media all’età di pensionamento.
 

Calcolo Pensione Contributiva

Montante Contributivo (contributi accumulati ogni anno rivalutati in base all’andamento dell’economia)  convertito in rendita da coefficienti di trasformazione relativi all’età
= PENSIONE
Se hai iniziato a lavorare prima del 1996, ed avevi meno di 18 anni di contribuzione al 31/12/1995, la maggior parte della tua pensione è basata sui contributi versati (metodo contributivo) a partire dal 1996. Per gli anni precedenti l’importo della pensione dipende invece dal proprio reddito (metodo retributivo).
La parte di pensione contributiva è basata sui contributi effettivamente versati, proporzionali al proprio reddito, e dipende da vari elementi che possono influenzare anche in maniera rilevante l’importo dell’assegno come illustrato nello schema seguente. Per calcolare il valore della pensione si parte dai contributi, che sono legati allo stipendio e al tipo di attività. Ogni anno i contributi accumulati vengono rivalutati in funzione dell’andamento dell’economia italiana e quando si finisce di lavorare, si disporrà di un capitale, detto montante contributivo. Per determinare l’importo della pensione in modo equo (giusto per il pensionando e sostenibile per l’Istituto di Previdenza) il montante accumulato viene diviso per un numero pari all’attesa di vita media all’età di pensionamento.
 

Calcolo Pensione Contributiva

Montante Contributivo (contributi accumulati ogni anno rivalutati in base all’andamento dell’economia)  convertito in rendita da coefficienti di trasformazione relativi all’età
= PENSIONE


La parte di pensione retributiva, basata sui redditi si calcola come illustrato nello schema seguente. La pensione è legata agli ultimi redditi e prescinde dai contributi effettivamente versati. Si parte dalla media delle ultime retribuzioni lavorative (da 5 a 15 in base alla categoria professionale), che viene moltiplicata per il 2% (o percentuale inferiore al crescere del reddito) e per il numero di anni lavorati (massimo 40). Da questa formula deriva il famoso 80% percepito da nonni e genitori: era sufficiente lavorare per 40 anni, valorizzati al 2%, e la pensione poteva arrivare fino all’80% degli ultimi redditi. Questa apparente generosità, in realtà, prendeva spunto dalla possibilità, in una Italia giovane e con molti lavoratori, di dare pensioni adeguate anche a quei lavoratori che a causa delle guerre e delle disoccupazioni avevano accumulato redditi poco rilevanti nei primi anni di lavoro. 
 

Calcolo Pensione Retributiva

Media ultime retribuzioni x Anni di lavoro x max 2%
= PENSIONE
Per chi ha il primo contributo accreditato a partire dal 1996, tutta la pensione è basata sui contributi versati (metodo contributivo).

L’importo è basato sui contributi effettivamente versati, proporzionali al proprio reddito, e dipende da vari elementi che possono influenzare anche in maniera rilevante l’importo dell’assegno come illustrato nello schema seguente. Per calcolare il valore della pensione si parte dai contributi, che sono legati allo stipendio e al tipo di attività. Ogni anno i contributi accumulati vengono rivalutati in funzione dell’andamento dell’economia italiana e quando si finisce di lavorare, si disporrà di un capitale, detto montante contributivo. Per determinare l’importo della pensione il montante accumulato viene diviso per un numero pari all’attesa di vita media all’età di pensionamento.
 

Calcolo Pensione Retributiva

Montante Contributivo (contributi accumulati ogni anno rivalutati in base all’andamento dell’economia)  convertito in rendita da coefficienti di trasformazione relativi all’età
= PENSIONE
In tutto o in parte, la tua pensione dipende dai contributi versati, che sono legati al tipo di attività ed al reddito. La tabella seguente riepiloga la percentuale della propria retribuzione lorda (o imponibile) che ogni anno va a costiture i contributi versati.

 

Attività Aliquota contributiva
Lavoratore dipendente 33% (1/3 lavoratore, 2/3 contributo azienda)
Autonomi, artigiani e commercianti 24%-24,48%
Partite IVA, gestione separata 26,23%

Più si guadagna, maggiore sarà la pensione. Per più anni si lavora, maggiore sarà la pensione7. Ecco perché è importante sapere che ogni anno di mancata contribuzione, dovuto ad inattività, ha delle conseguenze sul valore della pensione, così come l’eventuale interruzione anticipata dell’attività lavorativa. L’esempio8 in tabella riporta, per un 40enne, la variazione che la pensione lorda può avere a seconda, che ci sia stata continuità lavorativa che si siano accumulati tre anni di mancata contribuzione9 (seconda riga, per ipotesi, gli ultimi tre, 2022 compreso), oppure che, oltre alla mancata contribuzione, si decida di anticipare l’interruzione dell’attività lavorativa a 60 anni (terza riga). L’andamento del percorso lavorativo passato e futuro può modificare notevolmente l’importo della pensione lorda.

 

Variazione pensione al variare del percorso lavorativo3

Casistica Ultima retribuzione Importo pensione Tasso di sostituzione
Continuità lavorativa 22.000 euro 16.111 euro 73,2%
Mancata contribuzione di 3 anni 22.000 euro 14.907 euro 67,8%
Interruzione a 62 anni 22.000 euro 12.666 euro 57,6%
Ogni anno i contributi versati vengono rivalutati per l’andamento dell’economia italiana considerando la media del PIL nominale degli ultimi 5 anni.

Se l’economia è stata o sarà in stagnazione o peggio in recessione, il valore delle pensioni future sarà più basso di quello che sarebbe potuto essere in condizioni più positive.

Come è andato il Prodotto Interno Lordo (PIL) negli ultimi anni? Le recessioni degli anni 2008-2009 e 2012-2013 si sono fatte sentire: come mostra l’elaborazione Progetica su dati ISTAT4 ed Eurostat5, la rivalutazione delle pensioni è infatti stata, in termini reali, inferiore all’inflazione.

Elaborazioni Progetica novembre 2019 su dati ISTAT ed Eurostat 2019.

Riprendendo l’esempio del precedente approfondimento (gli effetti del percorso lavorativo), in particolare il caso di continuità lavorativa con interruzione a 60 anni, la tabella seguente mostra l’ulteriore variazione della pensione se il PIL medio reale futuro, invece di essere 1,5%, scendesse all’1% o allo 0%.
 

Variazione pensione al variare della crescita del PIL6

Casistica Ultima retribuzione Importo pensione Tasso di sostituzione
Crescita PIL futuro reale pari a 1,5% 22.000 euro 12.666 euro 57,6%
Crescita PIL futuro reale pari a 0.5% 22.000 euro 11.351 euro 51,6%
Crescita PIL futuro reale pari a 0% 22.000 euro 11.289 euro 51,3%
In precedenza, si è già visto che la data di pensionamento dipende dall’evoluzione della speranza di vita; più si vive a lungo, più tardi si potrà andare in pensione. L’aspettativa di vita influenza però anche il metodo di calcolo dell’importo pensionistico. Maggiore è la durata media della vita, minore sarà il valore della pensione, perché sarà erogata per un maggior numero di anni (tecnicamente vengono adeguati i coefficienti di trasformazione in rendita).

Richiamando l’esempio dei precedenti approfondimenti (gli effetti del percorso lavorativo e dell’economia italiana), in particolare il caso di Crescita PIL futuro reale pari a 0%, la tabella mostra la variazione della data di inizio della pensione e del suo valore se la speranza di vita invece di rimanere costante crescesse secondo lo scenario ISTAT previsionale medio4. Senza alcun adeguamento all’aumento della speranza di vita, nel caso in esame si potrebbe andare in pensione nel 2049 con un tasso di sostituzione pari al 51,3%. Applicando all’età di pensionamento l’incremento per la speranza di vita si andrebbe in pensione più tardi, nel 2051, e in questo caso sarà anche necessario adeguare i coefficienti di calcolo della pensione, stimando una crescita della speranza di vita e, quindi, un maggior numero di anni da passare in pensione. Il tasso di sostituzione diventa così pari a 49,8%. Ricordiamo che l’esempio per un 40enne era partito dal 73,2%: questi sono i potenziali effetti del proprio percorso lavorativo, del PIL e dell’andamento dell’aspettativa di vita.
 

Variazione pensione al variare della speranza di vita8

Casistica Ultima retribuzione Importo pensione Tasso di sostituzione
Speranza di vita costante (in pensione nel 2049) 22.000 euro 11.289 euro 51,3%
Adeguamento coefficienti a speranza di vita 
(in pensione nel 2051)
22.000 euro 10.966 euro 49,8%

1 Ipotesi: crescita PIL reale futura 1,5% annuo, crescita reale reddito 1,5%, inizio contribuzione a 30 anni, reddito finale 22.000 euro, età di pensione 67 anni. I valori sono al netto di imposte e contributi.
2 ISTAT, serie storiche conti economici nazionali – Istat.it 2019
3 Elaborazioni e stime Progetica dicembre 2022 su normativa vigente
4 ISTAT, serie storiche conti economici nazionali – Istat.it 2022
Eurostat – Real GDP growth rate – ec.europa.eu
Elaborazioni e stime Progetica dicembre 2022 su normativa vigente
7 Con alcuni limiti dovuti al fatto che ci sono massimali contributivi oltre i quali non si versano contributi, e che pertanto non genereranno imposti pensionistici.
8 Ipotesi: crescita PIL reale futura 1,5% annuo, crescita reale reddito 1,5%, inizio contribuzione a 30 anni, reddito finale 22.000 euro, età di pensione 67 anni. I valori sono al netto di imposte e contributi.
9 Per ipotesi, gli ultimi tre, 2022 compreso

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