Puoi beneficiare di quota 103 o Opzione Donna?

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Nel 2025 ci sono due strumenti per poter anticipare il momento della pensione: Quota 103 ed Opzione Donna.

Tuttavia, tempo e denaro, quando si parla di pensioni, non vanno quasi mai d’accordo: anticipare il momento della pensione comporta infatti una riduzione del valore dell’assegno pensionistico a causa delle regole di calcolo.

Quota 103 è riservata a coloro che entro il 31 dicembre 2025 avranno almeno 62 anni di età e almeno 41 anni di contribuzione. Condizione necessaria è l’interruzione dell’attività lavorativa. Rispetto alle normali regole, Quota 103 consente di anticipare, nei casi migliori, di circa 2 anni il momento della pensione. 

Dal 2024 quota 103 prevede inoltre il ricalcolo con il metodo contributivo dell’intero assegno pensionistico, che può portare ad una riduzione nel valore dell’assegno, in alcuni casi, anche superiore al 30%.

Opzione Donna consente invece di accedere alla pensione alle lavoratrici con almeno 35 anni di contribuzione che al 31 dicembre 2024 abbiano almeno 61 anni. Condizione necessaria è, anche in questo caso, il passaggio al sistema di calcolo interamente contributivo per la valorizzazione dell’assegno. Per le lavoratrici, rispetto alle normali regole, Opzione Donna consente di anticipare il momento della pensione di circa 5 anni, a fronte tuttavia di una riduzione del valore dell’assegno pensionistico che può raggiungere il 33%.

La domanda sorge spontanea: è meglio andare in pensione prima, ma con un assegno più basso che però viene incassato fin da subito, oppure andare in pensione più tardi, ma con un assegno più alto? Buona parte della risposta è soggettiva e dipende da riflessioni personali sui propri progetti di vita, familiari, lavorativi e sul proprio stato di salute. Per quanto riguarda la parte oggettiva, se si tratta di decidere se continuare a lavorare, oppure anticipare la pensione grazie a Quota 103 ed Opzione Donna, bisogna essere consapevoli che queste due opzioni portano sempre ad una penalizzazione economica in termini di assegno pensionistico.

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Quota 103 è una misura applicabile a tutti coloro che entro il 31/12/2025 compiono almeno 62 anni di età e che hanno almeno 41 anni di contribuzione. Per beneficiarne è necessario interrompere l’attività lavorativa, fatta salva la possibilità di percepire redditi da lavoro autonomo occasionale inferiori a 5.000 € annui.

Riguardo l’importo dell’assegno pensionistico, come prima cosa è bene ricordare che il fatto stesso di andare in pensione prima significa avere una pensione inferiore. Lavorando per un minor numero di anni si versano infatti minori contributi e quindi la pensione sarà più bassa. Inoltre andando in pensione più giovani si ha una speranza di vita maggiore e poichè la pensione dovrà durare per un maggior numero di anni, l’importo dell’assegno sarà inferiore. 

Inoltre, diversamente dalla precedente versione, in vigore nel 2023, dal 2024 quota 103 prevede il ricalcolo dell’intero assegno con il sistema contributivo, che può comportare un calo nel valore dell’assegno anche di circa un terzo, a fronte della possibilità di anticipare di circa due anni. Questo è esito del fatto che quota 103 richiede almeno 41 anni di contribuzione, ed è quindi applicabile solo a lavoratori che hanno cominciato a lavorare molti anni prima del 1° gennaio 1996, e che quindi potrebbero, senza il ricalcolo contributivo, beneficiare di una consistente quota di pensione calcolata con il più vantaggioso sistema retributivo. 

Dal 2024, inoltre, l’importo mensile lordo della pensione non può essere superiore a quattro volte il trattamento minimo; se supera questa soglia, l’assegno verrà decurtato fino all’età corrispondente al requisito anagrafico richiesto per il pensionamento di vecchiaia. I lavoratori dipendenti che maturano i requisiti per accedere a quota 103 ma scelgono di continuare a lavorare possono invece beneficiare di una decontribuzione: la quota di contributi a proprio carico viene inserita in busta paga. La decontribuzione rimane tuttavia a carico del lavoratore, e risulterà in un calo dell’assegno pensionistico rispetto a quanto si avrebbe avuto altrimenti. 

La matematica dei requisiti dice che, trattandosi di una norma temporanea, Quota 103 riguarda solamente alcune categorie di lavoratori, in base all’anno di nascita e all’età di inizio contribuzione, al netto di riscatti o periodi di mancata contribuzione.

La tabella mostra le età pensionabili attese, in termini di maturazione dei requisiti, esercitando quota 103. Chi ha più anni di contribuzione alle spalle continua ad andare con la pensione anticipata (in blu, soggetta a modifiche a causa dell’aumento della speranza di vita). Chi ha meno anni di contribuzione alle spalle continua ad andare con il requisito di vecchiaia (in giallo, soggetta a modifiche a causa dell’aumento della speranza di vita). Alcune generazioni degli anni ‘50 vanno con quota 103 (in verde). 

Lavoratori interessati da Quota 103 e stima età inizio pensione in anni e mesi

Quota 103 prevede una finestra tra la maturazione dei requisiti per la pensione e la data di decorrenza della stessa, pari a 7 mesi per i lavoratori del settore privato e di 9 mesi per i lavoratori pubblici. Qualora si fosse interessati a questa possibilità, si suggerisce di approfondire attraverso il sito INPS.

Chi invece avesse maturato i requisiti per accedere a quota 103 nel 2023, ma non avesse fatto domanda, potrà farlo nell’anno corrente, mantenendo le regole 2023 (come l’assenza del ricalcolo contributivo, finestre di attesa inferiori e un tetto per la pensione pari a 5 volte il trattamento minimo INPS). 

Opzione Donna è una misura nata nel 2004 e che è stata rinnovata e prorogata molte volte negli scorsi anni. Nella sua formulazione attuale consente l’accesso alla pensione alle lavoratrici che abbiano maturato almeno 35 anni di contribuzione, che al 31 dicembre 2024 hanno 61 anni di età, e che accettino il ricalcolo di tutto l’assegno pensionistico con il sistema di calcolo contributivo.

I 61 anni sono riducibili a 60 in presenza di un figlio e a 59 in presenza di due o più figli. Dal 2023 è poi necessario almeno uno di tre requisiti: svolgere assistenza da almeno 6 mesi (al coniuge o altro familiare convivente, ad altri parenti qualora i genitori o il coniuge della persona con handicap in situazione di gravità abbiano compiuto i 70 anni d'età oppure siano anch'essi affetti da patologie invalidanti o siano deceduti), soffrire di una riduzione della capacità lavorativa superiore o uguale al 74%, oppure essere lavoratrice licenziata o dipendente da imprese per le quali è attivo un tavolo di confronto presso la struttura per le crisi d'impresa. 

Anche con Opzione Donna si accettano quindi due penalizzazioni: una esplicita, che è il passaggio al sistema di calcolo contributivo, ed una implicita, per il fatto stesso di anticipare il momento della pensione. Normalmente il passaggio al sistema di calcolo contributivo porta ad una diminunzione dell’assegno pensionistico, tranne che per situazioni particolari in cui gli ultimi redditi sono stati sensibilmente inferiori a quelli precedenti. Andare in pensione prima significa invece avere una pensione inferiore poichè lavorando per un minor numero di anni si versano minori contributi e quindi la pensione sarà più bassa. Inoltre andando in pensione più giovani si ha una speranza di vita maggiore e poichè la pensione dovrà durate per un maggior numero di anni, l’importo dell’assegno sarà inferiore. La penalizzazione può arrivare anche oltre il 30%.

Opzione Donna riguarda solo alcune categorie di lavoratrici, in base all’anno di nascita, all’età di inizio contribuzione al netto di riscatti o periodi di mancata contribuzione e all’appartenenza ad una delle categorie citate.

La tabella mostra in arancione le lavoratrici dipendenti che possono beneficiare di Opzione Donna nel 2025: quelle nate entro il 1963 con almeno 35 anni di contribuzione. In arancione chiaro le lavoratrici che possono aver beneficiato di opzione donna negli anni passati, ed essere quindi già in pensione, o beneficiarne altrimenti nell’anno corrente. In blu le lavoratrici che comunque andrebbero con il normale requisito di pensione anticipata; in giallo con quello di vecchiaia.

Lavoratrici dipendenti interessate da Opzione Donna e stima età di pensionamento

Elaborazioni Progetica giugno 2025 su normativa vigente. Si considerano i momenti di maturazione dei requisiti; per opzione donna, per maggiore chiarezza, viene aggiunta la finestra relativa ad una lavoratrice dipendente.

Si ricorda che Opzione Donna prevede una finestra di decorrenza della pensione pari a 12 mesi per le lavoratrici dipendenti e pari a 18 mesi per le lavoratrici autonome, già inclusa nella tabella per semplicità di lettura. Qualora si fosse interessati a questa possibilità, si suggerisce di approfondire attraverso il sito INPS.