
Se al momento della pensione, il tuo assegno pensionistico sarà superiore a circa 1.310 euro lordi al mese, pari a circa 1.120 euro netti, potrai andare in pensione tre anni prima rispetto al normale requisito per la pensione di vecchiaia (a 64 anni invece che 67 anni nel 2020-2022).
Se invece il tuo assegno pensionistico sarà di importo compreso tra circa 700 euro e circa 1.310 euro lordi al mese, pari a circa 650 euro e circa 1.120 euro netti al mese, potrai andare normalmente in pensione di vecchiaia (a 67 anni dal 2022).
Infine, se il tuo assegno pensionistico sarà inferiore a circa 700 euro lordi al mese, pari a circa 650 euro netti, dovrai aspettare fino a quattro anni in più per andare in pensione rispetto al normale requisito per la pensione di vecchiaia (a 71 anni invece di 67 nel 2020-2024).
In sostanza, solo per coloro che hanno iniziato a contribuire dal 1996 in poi, a seconda dei contributi versati si può verificare una variabilità del momento di inizio della pensione fino a 7 anni: si va dai 64 anni se la pensione supera i 1.310 euro lordi fino ai 71 anni se la pensione è inferiore a circa 700 euro lordi.
Le variabili da tenere in considerazione sono quindi tutte quelle che determinano i contributi versati: il reddito percepito durante il percorso lavorativo, la continuità lavorativa nel corso degli anni, il tipo di contratto (part-time, stagionale, full time), il tipo di lavoro (dipendente, autonomo, partita iva, etc).
Conoscere o meno i requisiti che consentono di anticipare, o costringono a posticipare, il momento della pensione è molto importante anche per poter decidere se il riscatto di laurea o la pace contributiva possano servire ad anticipare effettivamente o meno il momento della pensione. Ecco perché è importante svolgere un’analisi completa e puntuale della propria situazione pensionistica, da monitorare nel tempo. Se vuoi saperne di più, vai agli approfondimenti.