Se hai almeno sessant’anni sono due gli strumenti per poter anticipare il momento della pensione: Quota 102 ed Opzione Donna.
Tuttavia, tempo e denaro, quando si parla di pensioni, non vanno quasi mai d’accordo: anticipare il momento della pensione comporta infatti una riduzione del valore dell’assegno pensionistico a causa delle regole di calcolo.
Quota 102 è riservata a coloro che entro il 31 dicembre 2021 avranno almeno 64 anni di età e almeno 38 anni di contribuzione. Condizione necessaria è l’interruzione dell’attività lavorativa. Rispetto alle normali regole, Quota 102 consente di anticipare, nei casi migliori, di oltre 3 anni il momento della pensione. Con il massimo anticipo la riduzione del valore dell’assegno pensionistico è pari a circa il 13%.
Opzione Donna consente invece di accedere alla pensione alle lavoratrici con almeno 35 anni di contribuzione che al 31 dicembre 2021 abbiano almeno 58 anni se dipendenti o 59 anni se autonome. Condizione necessaria è il passaggio al sistema di calcolo interamente contributivo per la valorizzazione dell’assegno. Per le lavoratrici, rispetto alle normali regole, Opzione Donna consente di anticipare il momento della pensione di quasi 7 anni, a fronte tuttavia di una riduzione del valore dell’assegno pensionistico che può raggiungere il 25%.
La domanda sorge spontanea: è meglio andare in pensione prima, ma con un assegno più basso che però viene incassato fin da subito, oppure andare in pensione più tardi, ma con un assegno più alto? Buona parte della risposta è soggettiva e dipende da riflessioni personali sui propri progetti di vita, familiari, lavorativi e sul proprio stato di salute. Per quanto riguarda la parte oggettiva, se si tratta di decidere se continuare a lavorare, oppure anticipare la pensione grazie a Quota 102 ed Opzione Donna, bisogna essere consapevoli che queste due opzioni portano sempre ad una penalizzazione economica in termini di assegno pensionistico.